Il cimitero ebraico di Ferrara sorge in un'area precedentemente chiamata “Orto degli Ebrei” che la comunità ebraica ferrarese acquistò del Diciassettesimo secolo. La struttura sorge in via delle Vigne, all'interno dell'antica cinta muraria della città, vicino alla Certosa Comunale.
Al cimitero si accede attraverso un portale maestoso – risalente al 1911 – sul quale è incisa una maghen David (stella di David) e la scritta in ebraico di cimitero israelitico Le lapidi tombali del cimitero risalgono, invece, al Diciottesimo secolo: questo è dovuto al fatto che nel secolo precedete il cimitero fu vittima di saccheggi e scempi. Per volere dell'Inquisizione, infatti, numerose lastre furono prelevate e i materiali confluirono in una colonna sulla quale si erge la statua di Borso d'Este che si trova nel centro cittadino, accanto al Palazzo del Municipio. Molte delle lapidi del cimitero ebraico di Ferrara hanno un notevole valore artistico: tra le tante quella di Giorgio Bassani – autore del famosissimo “Il Giardino dei Finzi Contini” – realizzata dall'artista Arnaldo Pomodoro.
La descrizione della tomba dei Finzi-Contini, famiglia ebraica falciata dalla Seconda Guerra Mondiale, di cui Bassani parla, romanzandola, nel suo racconto, si può ancora usare, oggi per visitare il cimitero e farsi accompagnare nella passeggiata: «e, come se l'avessi addirittura davanti agli occhi, la tomba monumentale dei Finzi- Contini. La tomba era grande , massiccia, davvero imponente: una specie di tempio tra l'antico e l'Orientale: marmo candido di Carrara, rosa-carne di Verona, grigio maculato di nero, marmo giallo, marmo blu, marmo verdino... ...ne era venuto fuori un incredibile pasticcio in cui confluivano gli echi architettonici del mausoleo di Teodorico di Ravenna, dei templi egizi di Luxor, del barocco romano, e persino, come palesavano le tozze colonne del peristilio, della Grecia arcaica di Cnosso». Una curiosità di questo cimitero: vi cresce una pianta, il ginkgo, che è originaria dell'Estremo Oriente.